Dr Andrea Zerbini: In Memoriam

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Dr Robert Bewley scrive

Per ricordare il nostro caro amico recentemente scomparso, Andrea Zerbini, il team di EAMENA ha deciso di condividere i ricordi e alcune foto del periodo in cui Andrea ha lavorato con noi ad Oxford, dal 2015 al 2018. Andrea iniziò come uno dei primi ricercatori del progetto, analizzando immagini satellitari, creando record di siti archeologici della sua amata Giordania (Robin ci ricorda della sua continua e sorprendente abilità nell’identificare vigneti e siti per la produzione vinicola), e rivestendo un ruolo importante nel progetto Madaba Ring-Road. Nel tempo Andrea ha anche giocato un ruolo chiave nella progettazione del database di EAMENA; diventando l’esperto informatico del progetto e di fatto diventandone il database manager, dopo essergli sfuggito che durante l’adolescenza si era occupato di programmazione (in parallelo alla sua passione per l’archeologia). In qualche modo, Andrea era la persona che poteva offrirci le competenze che servivano al progetto, esattamente nel momento in cui ne avevamo più bisogno. Saremo eternamente grati per la sua intelligenza, ispirazione, creatività e dedizione.

 

One of the very first EAMENA team meetings in 2015.

Una delle prime riunioni di EAMENA nel 2015.

Il tributo ad Andrea pubblicato dal suo ultimo datore di lavoro, il Council for British Research in the Levant (CBRL), può essere trovato a questo link.

Il nostro obiettivo qui è di aggiungere alla descrizione dei risultati e successi di Andrea alcuni ricordi e aneddoti personali. Siamo immensamente grati a sua madre, la signora Paola Donati da Silva, per aver condiviso con noi queste storie riguardanti l’infanzia di Andrea e la foto di lui da bambino.

‘Anche io ho una laurea in Archeologia e Andrea si appassionò fin da piccolo all’antico Egitto. Una sera, dopo aver passato diverso tempo nella sua stanza, in un silenzio abbastanza preoccupante, uscì vestito con un lungo scialle che arrivava fino ai piedi e con una sorta di turbante sulla testa. Serio, quasi ieratico disse: “Mamma qualcosa è cambiato dentro di me. Sono diventato un sacerdote di Tutankhamon e la nostra vita non sarà mai più la stessa perché adesso ho degli obblighi nei confronti del mio Faraone”. Istintivamente seguii il suo desiderio e mi inginocchiai giurandogli fedeltà. Pensai che fosse tutto passato e che nei giorni seguenti sarebbe tornato il solito bambino di soli 6 anni. Invece, non fu così! Per almeno un mese, ogni volta che qualcuno veniva a visitarci, tutti dovevamo rendere omaggio al Faraone partecipando alla cerimonia presieduta dal suo sacerdote.

‘O forse dovrei ricordare quando una volta a Metaponto scendemmo in un fossato profondo 2 metri per vedere alcuni reperti archeologici. Il problema era che il contadino aveva appena bruciato la stoppia e Andrea uscì completamente coperto di cenere, come uno spazzacamino, ma orgoglioso dei suoi piccoli frammenti di ceramica..

‘È così che Andrea era curioso e voglioso di imparare e conoscere.

‘Andrea ha chiesto di scrivere sulla sua lapide le seguenti parole di Dante tratte dalla Divina Commedia:

‘Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtude e conoscenza’

Paola Donati Da Silva (la mamma di Andrea)

 

Andrea as a young boy.

Andrea da bambino.

Noi abbiamo conosciuto Andrea solamente da adulto, ma la sua personalità brillava in ogni momento del giorno e della notte; c’erano molte sere che sapevamo che era ancora impegnato a lavorare a causa delle luci soffuse che brillavano dalla sua scrivania a “quattro schermi Zerbini”. Era sempre il partecipante più elegante e alla moda ad ogni evento e il suo sorriso contagioso e la sua voglia di vivere facevano sentire tutti a proprio agio.

Il caffè era una delle sue tante passioni e con il suo amico e collega Micheal Fradley creò un’impresa interna (non commerciale, infatti è più un’impresa sociale) chiamata Fradini [brevetto in corso di registrazione] con anche le tazzine da caffè personalizzate con il proprio marchio. L’impresa Fradini sta ancora andando bene qua a Oxford, ma sappiamo che la sua passione per il caffè è continuata ad anche ad Amman, dove spedì varie macchine e attrezzature per la preparazione del caffè.

 

Cup of Fradini's

 

Bob Bewley ricorda: Il contributo di Andrea al progetto EAMENA è stato immenso; non solo per il suo impegno e la sua dedizione, ma anche per la sua conoscenza dell’archeologia, del Medio Oriente, dell’arabo e sì, anche dei computer e della programmazione, ma anche per la sua passione per la ricerca e la scoperta. Quando lasciò il progetto EAMENA per entrare a far parte della CBRL, avevo un’idea, una speranza, che un giorno potesse prendere la direzione del progetto di archeologia aerea in Giordania. Volò con noi per la prima volta nel 2015, l’ultima stagione degli elicotteri Huey. Alla maniera tipica di Andrea, dopo essere stato invitato a sedersi sul sedile di salto, che normalmente è rivolto in avanti (quindi con una visione scadente), chiese se il sedile potesse essere ruotato di 90 gradi; in 5 minuti il sedile è stato ruotato; dopo 20 anni che avevo chiesto ai passeggeri di sedersi in una posizione “scomoda”, Andrea aveva risolto il problema; questo è sempre stato uno dei suoi grandi punti di forza: trovare soluzioni.

 

Andrea and the team on one of the last flights in the Huey. © APAAME_20151001-0240

Durante le 3 stagioni in cui Andrea volò in Giordania, provò tre modelli di elicotteri diversi. Nel 2016 provò il piccolo e meno comodo EC635, ma lo sfruttò al massimo, sedendosi sul bordo dell’elicottero (legato con una cinghia) come si può vedere dalla foto in cui prova (?) la posizione.

 

Andrea in discovery mode. © APAAME 20160529-0156

Andrea in discovery mode. © APAAME 20160529-0156

Uno dei miei ultimi ricordi è legato all’ultimo volo che facemmo insieme in Giordania (con Mat Dalton e Firas Bqa’in). Prima del volo ci assicurammo che tutti avessimo una fotocamera, io diedi ad Andrea la Nikon D750 del progetto e Andrea prestò la sua Canon a Firas. L’obiettivo del viaggio era di fotografare una serie di siti nel nord della Giordania, partendo da Umm el Jimal, poi concentrandoci su obiettivi più piccoli; Andrea in particolare stava cercando tracce di presse per la spremitura delle olive o di qualsiasi cosa associata ad esse, spesso documentando anche un singolo buco nella roccia – forse una pressa o una cisterna? Andrea sedeva sul fondo dell’elicottero vicino alla porta aperta per avere la possibilità di fotografare, in maniera quasi verticale, qualsiasi piccola caratteristica che attraeva la sua fantasia. Catalogare queste fotografie era poi una vera e propria sfida ma il suo desiderio di scoperta rimaneva invariato. In ogni caso, il punto della storia è che dopo quasi due ore di volo ci fermammo per fare rifornimento e Firas ci annunciò che aveva completamente finito lo spazio nella sua memory card (con oltre 1000 immagini) e io rimasi completamente sbalordito, in tutti questi anni non mi era mai capitato che qualcuno scattasse così tante foto in così poco tempo. Per fortuna trovammo un’altra memory card, ma ci mettemmo un po’ a capire cosa era accaduto. In pratica, la Canon, la fotocamera di Andrea, era impostata sulla modalità burst (modalità di scatto continuo ad alta velocità). Non avevamo pensato di controllare, ma ora pensando alla vita di Andrea questo rappresenta un perfetto esempio di come ha vissuto la sua vita: in burst mode.

Getting ready for the flight 22nd October 2018. © APAAME

Preparandosi al volo del 22 Ottobre 2018. © APAAME

Andrea and Firas 22nd October 2018. © APAAME

Andrea e Firas 22 Ottobre 2018. © APAAME

Andrea taking a selfie in the helicopter 22nd October 2018. © APAAME

Andrea mentre si fa un selfie in elicottero il 22 Ottobre 2018. © APAAME

The post-flight team photo. 22nd October 2018. © APAAME

 

Una foto dopo il volo del team. 22 Ottobre 2018. © APAAME

 

Una volta Andrea venne da me con l’idea di creare una serie di convegni, associati al progetto EAMENA, ma anche separati da questo. Sembrava un’ottima idea, ma avevamo tempo? Nessun problema, coinvolse i suoi colleghi e dopo aver preparato molte richieste per i fondi necessari nell’Ottobre del 2015 la prima edizione del convegno si svolse ad Ammam in Giordania. Da quel momento il convengo si è tenuto a Sulaimania, Iraq (2016), Tunisi (2017), e Sharjah (2018). La quinta edizione del convegno si terrà ad Agadir nel Dicembre del 2019 e sarà dedicata ad Andrea.

Andrea and Pierfrancesco in Tunis in 2017.

Andrea e Pierfrancesco a Tunisi nel 2017.

 

Michael Fradley ricorda

Andrea ed io diventammo buoni amici grazie al caffè Fradini, inizialmente con Andrea che mi spiegava come fare l’espresso perfetto, passando poi alla ricerca (alquanto competitiva) di caffè in singola origine, comprando un macina caffè, e una volta finendo per comprare per sbaglio dei chicchi di caffè dallo Yemen non tostati e finendo per imparare come tostare il caffè, con risultati abbastanza contrastanti. Portare avanti il lavoro del progetto in Yemen rappresentò un altro elemento che ci unì, ma in particolare, quando penso al nostro tempo passato insieme mi viene in mente il nostro lavoro in cui indagammo una parte oscura della legislazione degli Stati Uniti all’inizio del 2017. L’Emendamento Kyl-Bingaman era una misteriosa legge Americana che proibiva l’accesso alle immagini satellitari ad alta risoluzione di Israele e Palestina e rappresentava uno dei maggiori ostacoli da affrontare con i nostri colleghi palestinesi. Poco era stato scritto su questo argomento, ma noi sentivamo che questo punto andava approfondito ed entrambi decidemmo di affrontarlo. Per varie ragioni l’argomento era considerato un po’ controverso, e non il campo di due archeologi, quindi abbiamo dovuto lavorarci durante la sera. Ogni mattina ci incontravamo davanti alla macchina dell’espresso per discutere con entusiasmo delle nuove piste che avevamo scoperto, dei nuovi contatti che avevamo stretto e delle nuove informazioni che avevamo raccolto. Per un momento ci sentimmo come due appassionati giornalisti investigativi degli anni ’70, impegnati a smascherare una cospirazione governativa, anche se dal punto di vista dello stile solo Andrea poteva essere credibile. Dopo due settimane avevamo preparato un articolo in grado di mettere in luce questo problema, nella speranza di aprire la strada ad una possibile riforma della legge per finire questa censura. Eravamo infinitamente orgogliosi del lavoro che avevamo fatto, e mi ricordo in particolare del travolgente senso di divertimento, dovuto alla natura curiosa di Andrea e dalla sua convinzione della necessità di rendere la conoscenza aperta a tutti, che ci portò questa piccola avventura.

Louise Rayne ricorda

Tutte le volte che arrivavo nell’ufficio di EAMENA a Oxford, stanca del lungo viaggio, Andrea mi preparava immediatamente un ottimo espresso. Ci piaceva anche andare a mangiare un panino con i falafel insieme, mentre si discuteva di GIS. Tutte le volte che stavo da Andrea e Robyn nella loro casa a Oxford, Andrea mi preparava una vera e propria colazione ed era bello perché normalmente non ho mai il tempo di preparare la colazione. Così ogni volta che riesco a fare una vera e propria colazione, penso ad Andrea.

Pascal Flohr ricorda:

Ho incontrato Andrea la prima volta in Giordania circa 5 anni fa, ma sono riuscita a conoscerlo meglio quando ho iniziato a lavorare per EAMENA e la mia scrivania era proprio accanto alla sua. Condividevamo l’amore per la Giordania, le sue persone e il suo patrimonio culturale. Come molte altre persone nel team, non bevevo l’espresso prima di iniziare a lavorare per EAMENA e conoscere i giri di espresso di Andrea. Inizialmente mi dispiaceva perché solitamente si doveva occupare lui di fare i caffè, ma presto capii che in realtà era un dispiacere per lui quando qualcuno rifiutava un suo caffè! Ho imparato moltissimo lavorando con Andrea. La cosa più importante in realtà non riguarda il lavoro, ma è come apprezzare la vita e godersi ogni giorno, senza aspettare il futuro per farlo. Andrea aveva così tanti piani e idee ed era in grado anche di realizzarli: come il suo incredibile viaggio in Mongolia o il suo trasferimento in Giordania perché l’amava tanto.

Andrea possedeva una rara combinazione di conoscenza dell’archeologia del Vicino Oriente e di conoscenze informatiche, e delle due penso che l’archeologia fosse la sua passione anche se era bravissimo in entrambe le discipline. Unendo queste due conoscenze, Andrea fece partire il progetto “Mapping Digital Heritage in Jordan (MaDiH)”, di cui faccio ancora parte. In una delle prime riunioni, decidemmo che uno degli obiettivi del progetto era quello di creare nuovi Andrea! Il suo amore per la lingua Araba si può riconoscere anche nell’acronimo scelto per il progetto, infatti volevamo essere sicuri che l’acronimo avesse un significato positivo in arabo e infatti Madih significa elogiare. Sarà difficile portare avanti questo progetto senza di lui, ma tutti i membri del team sono determinati a renderlo orgoglioso!

Molti membri del team hanno ricordato come fosse impossibile dirgli di “no”, Mike Bishop ha iniziato a bere l’espresso solo perché Andrea continuava a offrirgli il caffè con queste parole “Dai, lo sai che ne vuoi uno…”. Quando Andrea chiese se poteva partire per il viaggio in Mongolia, l’immediata reazione fu “assolutamente no, abbiamo bisogno di te qua, sei un membro fondamentale del progetto e in ogni caso è un’idea folle… specialmente su una Fiat Panda”. Ma grazie al suo potere persuasivo e dicendo che era “durante l’estate”, decidemmo di arrenderci e Andrea si divertì moltissimo.

La natura curiosa di Andrea, la passione per il Medio Oriente e la sua infinita generosità continueranno a ispirare i futuri viaggiatori e studenti attraverso la sua Education and Travel Foundation.

Bijan Rouhani ricorda:

Incontrai Andrea prima di iniziare a lavorare per EAMENA. Bastava conoscerlo per pochi minuti e ti sembrava di conoscerlo da moltissimo tempo. Era sempre pronto a fare amicizia.

Ero stato invitato a parlare al convegno Protecting the Past (PtP) del 2016 in Iraq, e sebbene non lavorassi ancora per EAMENA mi sentii subito un membro del progetto. Protecting the Past era una delle sue idee per riuscire a creare una piattaforma dove discutere dei problemi di gestione del patrimonio culturale nel Medio Oriente e nel Nord Africa. PtP divenne una delle cose più belle e importanti da fare insieme, come molti altri “sogni” che avevamo per il futuro. Andrea era molto felice di vedere come il convegno stesse crescendo e diventando sempre più riconosciuto. Fu proprio durante Protecting the Past 2018 a Sharjah che si sentì male e dopo pochi giorni rientrato ad Ammam ricevette la diagnosi.

Quando decise di lasciare EAMENA per prendere il nuovo posto al CBRL di Amman ero triste. Ma il suo entusiasmo per fare sempre di più e il suo amore per la Giordania mi convinsero che fosse la decisione giusta. Mentre era in Giordania, ogni settimana ci videochiamavamo. Di solito mi mostrava il sole dalla finestra e l’uva che avevano nel piccolo giardino del British Institute.

Quando decise di partire per il viaggio in Mongolia nel 2017, mi chiese qualche informazione su alcuni posti in Iran che voleva visitare. Gli feci conoscere qualche luogo storico, ma gli dissi anche di visitare Zendan-e-Soleiman ( La prigione di Salomone) se fosse passato dalla provincia dell’Azerbaijan. Si tratta di un antico vulcano che si erge di circa 100 m sull’area circostante e si trova vicino al sito patrimonio universale chiamato Takht-e-Soleiman (il trono di Salomone). Nel luglio del 2017, esattamente due anni prima di lasciarci, mi mandò un selfie dall’Iran, esattamente dalla cima del vulcano.

In persiano, ‘Jaan’ (‘Joon’ con l’accento di Tehran) significa ‘caro’, ma non viene mai usato senza essere preceduto da un nome proprio. Andrea di solito mi chiamava ‘joon’ e io gli ripetevo sempre: “Senti Andrea! In persiano dovresti dire Bijian joon! Non puoi chiamarmi solo ‘joon’, non è carino”. Ma allora Andrea ripeteva sempre più forte: “Hey Joooon! Hey Joooon! Sei pronto per un altro caffè? Sei pronto per un altro PtP?”.

Ascolto ancora I suoi messaggi vocali, dove mi chiama ‘jooon’ con il suo indimenticabile sorriso dalla cima di un vulcano spento.

Andrea on top of the extinct volcano of Zendan-e-Soleiman, Iran, July 2017

Andrea sulla cima del volcano Zendan-e-Soleiman, Iran, Luglio 2017

 

Protecting the Past Conference, Sharjah, UAE, 4 December 2018.

Protecting the Past Conference, Sharjah, UAE, 4 Dicembre 2018.

 

 

Letty ten Harkel ricorda:

Ho avuto il piacere di lavorare con Andrea dal 2016, quando mi unii al team di EAMENA. Il ricordo più bello che ho di lui è di come fosse sempre impegnato ma anche sempre pronto ad aiutare gli altri. Io ero nuova nell’ambiente dell’archeologia del Vicino Oriente, e nonostante le numerose richieste che aveva per quanto riguardava il database o nonostante la lunga lista di ricerche che stava portando avanti (spesso oltre l’orario di lavoro), era sempre pronto a rispondere con entusiasmo alle mie domande sull’archeologia della regione o su come imparare l’arabo, oppure trovava il tempo per fare una chiacchierata alla fine della giornata quando passavo per salutarlo. Una volta spese un intero pomeriggio per spiegare in dettaglio il sistema del database ARCHES ad un mio amico (che lui neanche conosceva) che stava provando a fare domanda per un lavoro che richiedeva la conoscenza di questo sistema. Andrea mi offriva sempre un espresso, anche se io rifiutavo ogni volta – il mio stomaco nord europeo abituato al caffè annacquato non poteva reggere il forte caffè Fradini – perché in qualche modo trovava impossibile che io potessi continuare a deluderlo così persistentemente!

Ho avuto l’occasione di conoscere meglio Andrea poco prima che si ammalasse al convegno PtP del 2018 a Sharjah, quando mi insegnò a guidare come fanno negli emirati nella nostra grande macchina bianca presa a noleggio, era estremamente paziente con me tutte le volte che sbagliavo strada mentre guidavo o che lo indirizzavo nella direzione sbagliata quando dovevo fare da navigatore nel traffico tra Dubai e Sharjah. La cosa che mi ha più colpito di Andrea è stata la sua gioia di essere in Medio Oriente con un grande gruppo di persone affini, esplorando nuove cose come il Louvre di Abu Dhabi o l’Art Jameel a Dubai, ma anche la sua modestia, infatti anche se lui era la mente dietro questo ciclo di convegni fu difficile convincerlo ad andare sul palco per concludere e tirare le somme dell’evento!

 

Andrea taking a back-seat role during the 2018 Protecting the Past Conference (with Bijan seemingly conducting..).

Andrea seduto nelle ultime file nel 2018 al convegno Protecting the Past (con Bijan che sembra condurre).

 

 

Andrea enjoying an installation at the Jameel Arts Centre in Dubai during the 2018 Protecting the Past Conference Cultural Tour.

Andrea in un’installazione presente al Jameel Arts Centre di Dubai visitato nel 2018 durante il Protecting the Past Conference Cultural Tour.

 

 

Andrea summing up during the 2018 Protecting the Past Conference.

Andrea durante la chiusura di Protecting the Past Conference nel 2018.

 

E’ forse giusto chiudere questo tributo ad Andrea con questa ultima immagine che forse è stata scattata durante la sua ultima apparizione pubblica prima di ammalarsi.

Nessuno che abbia avuto l’occasione di incontrare o lavorare con Andrea lo scorderà mai.